In quest’articolo sostengo che gli attuali modelli macroeconomici (sia ortodossi, sia eterodossi), incentrati su agenti o agenzie locali, non riconoscono il ruolo che gli “investitori globali” svolgono nel determinare lo spazio per politiche macroeconomiche efficaci. Sostengo pertanto che tali importanti attori debbano essere posti al centro dell’analisi macroeconomica se si intende comprendere come funzionano realmente le politiche macroeconomiche nel contesto finanziario globale. L’articolo descrive le caratteristiche chiave degli investitori globali, analizza il loro potere di determinare il valore al quale le passività del settore pubblico (moneta e debito) vengono scambiate sui mercati internazionali e come questo potere influisce sull’efficacia delle politiche. Di conseguenza, nessun paese è veramente sovrano in un mondo globalizzato e il governo di ogni paese è soggetto a un vincolo intertemporale di bilancio (VIB), sebbene, ovviamente, non tutti i paesi siano uguali e non tutti i VIB siano ugualmente vincolanti: i VIB sono elastici ed endogeni alle decisioni degli investitori globali, ma in ogni caso ineluttabili. Concludo l’articolo sostenendo che le scelte di policy dei paesi nell’odierno contesto finanziario globalizzato trarrebbero vantaggio dalla rivisitazione di alcuni degli insegnamenti di John Maynard Keynes, alla luce della sua profonda conoscenza dei mercati finanziari globali e del modo in cui questi influenzano le economie dei paesi.